Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

indietro

stampa articolo leggi articolo leggi fascicolo


Novità sovranazionali (di Francesca Manfredini)


IL RAPPORTO DEL COMITATO EUROPEO PER LA PREVENZIONE DELLA TORTURA (CPT) DESTINATO AL GOVERNO ITALIANO Il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha adottato, nel novembre 2016, un rapporto concernente il trattamento delle persone private, a vario titolo, della libertà personale da parte di un’autorità pubblica nello Stato italiano. Tale relazione, che è stata elaborata a seguito di un sopralluogo effettuato in Italia, nel mese di aprile, da una Delegazione del CPT, ha lo scopo di rafforzare la protezione dei soggetti detenuti, anche attraverso la formulazione di raccomandazioni, in conformità a quanto previsto dall’art. 10, par. 1 della Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (fatta a Strasburgo, il 26 novembre 1987 e ratificata dall’Italia in data 29 dicembre 1988). Alle osservazioni e ai suggerimenti del CPT, ha fatto seguito, in data 5 giugno 2017, la risposta del Governo italiano, la quale è stata pubblicata (unitamente al rapporto stilato dal Comitato) su richiesta delle autorità nazionali, come previsto dall’art. 11, par. 2 della citata Convenzione. Alla luce della rilevanza della materia, anche in considerazione della recente introduzione, nell’ordi­namento nazionale, del reato di tortura (v. legge 14 luglio 2017, n. 110, in Gazz. Uff., 18 luglio 2017, n. 166), si propone, di seguito, la traduzione, in lingua italiana, dell’executive summary del rapporto, che, dopo una parte introduttiva, si occupa, in particolare, del comportamento delle Forze dell’ordine nei confronti dei detenuti, della situazione degli istituti penitenziari e delle strutture psichiatriche giudiziarie. «Nel corso della visita periodica, tenutasi nel 2016, la Delegazione del CPT ha esaminato la novella legislativa relativa all’ordinamento penitenziario, adottata dalle autorità italiane al fine di ridurre il sovraffollamento carcerario, nonché la riforma, ancora in corso, concernente il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. È stata, altresì, valutata la situazione delle persone private della libertà personale da parte di funzionari di polizia giudiziaria, nonché quella dei soggetti sottoposti ad assistenza psichiatrica. La cooperazione ricevuta nel corso delle visite è stata ottima, salvo due eccezioni. Anzitutto, il Comitato ribadisce la sua preoccupazione derivante dal fatto che, dopo più di vent’an­ni, il codice penale italiano non contiene ancora una specifica previsione normativa concernente il reato di tortura. Il CPT, peraltro, prende atto della recente istituzione, da parte dell’Italia, dei meccanismi nazionali di prevenzione, contemplati dal Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e [continua..]

» Per l'intero contenuto effettuare il login

inizio