Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Le Sezioni Unite limitano l'avviso ex art. 114 norme att. c.p.p. ai soli atti aventi natura investigativa (di Francesco Vergine)


Con la pronuncia in commento, la Suprema Corte di cassazione, partendo dal contrasto giurisprudenziale sull’obbligo di dar avviso all’indagato presente di farsi assistere dal difensore durante il sequestro [1], sposa una esegesi incentrata sul tenore letterale della norma, escludendo che l’avvertimento previsto dall’art. 114 norme att. c.p.p. in relazione al sequestro probatorio possa trovare applicazione anche al sequestro preventivo, eseguito di iniziativa della p.g., ponendo, peraltro, forti limiti alle garanzie difensive già ridotte in tema di misure cautelari reali.

The United Sections limit the notice ex art. 114 norme att. c.p.p. in cases of investigative acts

With the judgment in question, starting from the contrasting case law on the obligation of giving notice to the suspect of the right to legal assistance during the seizure, the Supreme Court of Cassation focuses on a literal interpretation of the rule, excluding that the notice concerning probatory seizure, pursuant to art. 114 norme att. c.p.p., can also be applied to the preventive seizure, carried out by Criminal Police. This, however, brings more limits to the defense, already severely limited by the reduced defense guarantees in the matters of precautionary measures.

SUL DIRITTO ALL’ASSISTENZA DIFENSIVA NEL SEQUESTRO D’URGENZA. UNA VISIONE DI INSIEME Con la sentenza in commento [2], continua l’opera di smantellamento dei presidi di garanzia da parte delle Sezioni Unite, in tema di misure cautelari. Non si può non cogliere un filo conduttore che, allo scopo di esaltare la funzionalità “ad ogni costo” delle misure reali (in particolare il sequestro preventivo), ha completamente riscritto i paradigmi operativi del relativo sottosistema, toccando la fase preliminare all’esecuzione della misura (di cui alla sentenza in commento), il rito di legittimità (divenuto non partecipato a causa della sentenza Maresca [3]), passando attraverso il riesame la cui tempistica (meno stringente di quanto possa ritenersi ad una esegesi letterale della norma) appare ricostruita in modo singolarmente misto, tra rinvio statico e rinvio dinamico, di cui alla sentenza Capasso [4]. Se a dette pronunce affianchiamo la precedente sentenza Lucci [5], che ha ampliato la portata interpretativa del sequestro del diretto profitto del reato (sancendo, come noto, che il denaro va sempre qualificato come diretto provento e non quale forma di aggressione per equivalente) si ottiene un quadro di insieme decisamente preoccupante. Con l’ennesimo arresto, ultimo solo in ordine temporale, la Suprema Corte ha preso posizione sulla controversa questione circa l’estensione del diritto all’assistenza difensiva previsto dall’ordinamento nell’ambito del sequestro probatorio [6], anche alla misura cautelare reale concludendo in maniera fortemente deficitaria per la funzione e la struttura stessa del provvedimento applicativo della misura cautelare reale. I Giudici di legittimità, in particolare, hanno esaminato e dato riscontro al contrasto giurisprudenziale in tema di obbligo dell’avviso all’indagato presente di farsi assistere dal difensore, durante l’esecuzione del sequestro preventivo d’urgenza ad opera ed iniziativa della Polizia Giudiziaria. Nel panorama dei precedenti di legittimità, infatti, si contavano sentenze che provvedevano a riconoscere le garanzie difensive anche ai sequestri impeditivi (nonché a quelli finalizzati alla confisca), e altre che, invece, escludevano categoricamente l’obbligo dell’avviso al difensore. L’articolato contrasto giurisprudenziale segnava, poi, un difetto di unanimità di vedute circa le conseguenze derivanti dal mancato avviso all’indagato, sul decreto di sequestro preventivo eventualmente convalidato dal Gip [7]. Ebbene, la vicenda sottoposta al vaglio dei giudici di legittimità riguarda il sequestro preventivo d’urgenza di un terreno da parte della polizia giudiziaria, nell’ambito di una indagine su reati urbanistici. Nello specifico, la Terza Sezione Penale, interpellata circa la validità del [continua..]

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Fascicolo 5 - 2016