Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

18/11/2025 - Contrasto alla pornografia non consensuale generata tramite sistemi di IA

di Elena Andolina

argomento: de jure condendo - misure cautelari

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Keywords: deepfakes - pornografia non consensuale - presunzione assoluta di adeguatezza custodia in carcere

di Elena Andolina

È stata assegnata alla Commissione Giustizia della Camera la pdl C. 2579, d’iniziativa dell’onorevole Zanella ed altri, recante “Introduzione degli articoli 96-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, e 612-quater del codice penale, nonché modifica all’articolo 275 del codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di diffusione di immagini o voci di persone reali prodotte o modificate mediante sistemi di intelligenza artificiale”. Il fenomeno delle manipolazioni realistiche realizzate con sistemi di intelligenza artificiale (IA) (cosiddetti «deepfake»), ossia contenuti audio e video generati o manipolati da sistemi di IA, rappresenta una sfida senza precedenti per gli ordinamenti giuridici contemporanei. Un ambito di particolare allarme è la proliferazione della pornografia non consensuale generata tramite sistemi di IA: attraverso la creazione di «deepfake porn», l'identità della vittima – i suoi tratti somatici, il suo corpo — viene espropriata e utilizzata come materia prima per una creazione illecita, finalizzata all'umiliazione, al controllo psicologico o allo sfruttamento economico.
Di fronte a questa minaccia, l'ordinamento italiano offre una tutela frammentaria e reattiva, proteggendo beni giuridici derivati come la reputazione, la riservatezza o la tranquillità personale. Questa frammentazione costringe vittime e magistrati a complesse operazioni di «ingegneria giuridica» per tentare di inquadrare un fatto nuovo in fattispecie normative obsolete, con un elevato rischio di denegata giustizia. Per colmare l'inadeguatezza sistemica dell'ordinamento italiano, la proposta introduce l’istituto del «diritto d'autore personale», intervenendo pure sul versante repressivo. Per un verso, attraverso l’inserimento dell’art.  612-quater c.p. (Creazione e diffusione illecita di contenuti sintetici), si punisce la creazione e la diffusione di deepfake non autorizzati; per altro verso, interpolando l’art. 275, comma 2-bis, c.p.p.,  si riconduce la nuova fattispecie di reato tra quelle per le quali opera la presunzione assoluta di adeguatezza della custodia cautelare in carcere.