argomento: corti europee - prove
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Corte e.d.u., 16 ottobre 2025, Fajstavr c. Repubblica Ceca
Parole chiave: utilizzo ai fini della condanna delle dichiarazioni del coimputato collaborante – presenza di sufficienti fattori di contrappeso idonei a compensare l’impiego del contributo dichiarativo del collaborante come principale prova a carico - procedimento equo
La condanna del ricorrente per traffico di stupefacenti fondata sulle dichiarazioni del correo in veste di collaborante, non ha leso l’equità complessiva del procedimento. Come più volte affermato a Strasburgo, l’impiego di tali dichiarazioni, importante strumento nel contrasto ai crimini più gravi, non inficia di per sé la garanzia sancita dall’art. 6 § 1 Cedu, compromessa esclusivamente quando la difesa non è in grado di esercitare in modo sufficiente i propri diritti in relazione alle prove utilizzate. Le presenza di determinate circostanze quali, come nel caso esaminato, la conoscenza da parte della difesa della identità del testimone e del suo accordo con l’accusa ai fini della riduzione di pena; la possibilità per la difesa medesima di effettuare il controesame; la consapevolezza dei giudici nazionali della insidiosità del contributo del coimputato e la conseguente cautela prestata nel momento valutativo, sono tutti elementi che concorrono a preservare la tutela del principio convenzionale