Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Rassegna bibliografica (di Alessandra Sanna)


AA.VV., Diritti della persona e nuove sfide del processo penale, Milano, Giuffrè, 2019, pp. 1-368. Il volume raccoglie i frutti del XXXII convegno nazionale dell’Associazione tra gli studiosi del processo penale ‘Prof. G.D. Pisapia’, svoltosi a Salerno dal 25 al 27 ottobre 2018 su “Diritti della persona e nuove sfide del processo penale”. In occasione della ricorrenza dei trenta anni dall’approvazione del codice di rito del 1988, si è svolto, infatti, in quella sede un proficuo confronto di idee al fine di tracciare un bilancio e disegnare le linee evolutive del sistema processuale penale. La prospettiva privilegiata è la tutela dei diritti inviolabili della persona, così come emerge dalla lettura delle Carte dei diritti, a sua volta ‘orientata’ dalla giurisprudenza sovranazionale e costituzionale. All’interno di un simile quadro si inseriscono i singoli contributi scientifici, incentrati sui singoli diritti individuali esposti a pericoli di compressione finora inediti e perciò bisognosi di nuove forme di tutela. Così oltre che all’area dei diritti tradizionali – quali la libertà personale e, nell’ambito del più generale diritto alla privatezza, la libertà domiciliare, la libertà di comunicazione e di corrispondenza – l’analisi si allarga alle restrizioni imposte alle garanzie processuali sul terreno, ad esempio, del diritto di proprietà. Né si trascura di misurare la tenuta dei tradizionali diritti dell’imputato anche alla luce delle facoltà oggi attribuite alla persona offesa, sul solco dell’impostazione vittimo-centrica del legislatore europeo. Ma l’attenzione s’incentra anche sui diritti emergenti, come quello al domicilio informatico e all’autodeterminazione informativa, legati alla generalizzata diffusione delle tecnologie informatiche.   AA.VV., La nuova disciplina penitenziaria, a cura di M. Colamussi, Torino, Giappichelli, 2020, pp. I-526. L’indagine sul sistema penitenziario riformato muove dal confronto con i criteri direttivi indicati dalla legge delega n. 103 del 23 giugno 2017, ambizioso tentativo di riforma poi affossato dal prevalere delle istanze securitarie. Alla deriva restano le pietre angolari del progetto, fondato sull’irrobustimento delle garanzie dei detenuti e sul maggior spazio da riconoscersi alle misure alternative alla detenzione. Quanto al trattamento penitenziario – in linea con i valori costituzionali e i trattati internazionali – la legge delega ne accresceva il carattere individualizzato, meglio plasmandolo sulle necessità rieducative del detenuto, bandendo automatismi e preclusioni e aprendolo all’ambiente esterno e alla comunità. Allo scopo le misure alternative alla detenzione avrebbero dovuto rinnovarsi nei contenuti, nelle modalità applicative, [continua..]

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