Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Rassegna bibliografica (di Alessandra Sanna)


Marco Torre, Privacy e indagini penali, Milano, Giuffrè Francis Lefebvre, 2020, pp. 1-187 Il rapporto tra accertamento penale e privacy si configura diversamente a seconda che si consideri il processo come catalizzatore di informazioni, ossia come contesto in cui si svolgono fatti suscettibili di attirare l’interesse conoscitivo altrui, ovvero come formidabile strumento per raccogliere informazioni utili alla ricostruzione del fatto. Da quest’ultimo angolo visuale, si assiste alla compressione del diritto alla riservatezza, non solo delle persone sottoposte alle indagini, ma anche di tutti coloro che siano incidentalmente coinvolti nell’accertamento. Di qui la necessità che il legislatore bilanci l’attitudine onnivora di conoscenze tipica del processo con la tutela dei diritti fondamentali coinvolti. In un simile quadro, l’opera si propone di verificare se e in quale misura il diritto alla privacy, in tutte le sue possibili declinazioni, rappresenti un limite per l’attività di indagine, pubblica e privata, destinata a svolgersi nell’ambito del procedimento penale. Evidente l’estrema attualità del tema, ove si consideri l’uso massiccio di inediti strumenti investigativi capaci di erodere il nucleo essenziale del diritto all’intimità e alla riservatezza dell’individuo. L’analisi s’impernia così, oltre che sui mezzi conoscitivi più tradizionali, sugli atti investigativi ad alto contenuto tecnologico – prova del DNA, captatore informatico, geolocalizzazione – nella consapevolezza che l’utilità processuale delle informazioni acquisite è direttamente proporzionale alla gravità del vulnus inflitto alla riservatezza. Ma lo studio si estende anche alle investigazioni difensive, con particolare attenzione alle regole deontologiche e processuali valevoli per gli atti tipici disciplinati dal codice. Guida l’intera opera la ricerca del necessario punto di equilibrio tra contrapposti valori, individuabile solo nel solco del principio di proporzionalità.   Lorenzo Algeri, La prova neuroscientifica nel processo penale, Milano, Wolters Kluwer – Cedam, 2020, pp. 1-234 Specie all’interno del genere prova scientifica, le neuroscienze studiano le relazioni esistenti tra il cervello, a partire dalle singole cellule nervose, e i comportamenti umani. L’opera si propone di analizzare l’apporto, accresciutosi nel tempo e dalle potenzialità ancora inesplorate, che le neuroscienze forensi sono in grado di fornire ai fini dell’accertamento penale. Due sono in particolare i possibili campi di applicazione: la valutazione dell’imputabilità e della determinazione della pena, da un lato, e la verifica dell’attendibilità delle prove dichiarative, dall’altro. In entrambe le ipotesi l’impiego di tali specifiche conoscenze [continua..]

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