Processo Penale e GiustiziaISSN 2039-4527
G. Giappichelli Editore

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Rassegna bibliografica (di Giuseppe Mastromarco)


M. Bolognari, Studio sulla funzione d’accusa nel sistema della Corte penale internazionale, Torino, Giappichelli, 2023, pp. 1-304

Nell’epoca della guerra in Ucraina, il dibattito (mai del tutto sopito) sulla giustizia penale internazionale riacquista vigore. In tale ambito, la Corte penale internazionale riveste (rectius, dovrebbe rivestire) un ruolo di prim’ordine. Già dai tempi dello Statuto di Roma, fu chiaro il principale limite operativo dell’organo neo-istituito: le resistenze e le reticenze di alcuni Stati, gelosi della propria sovranità tradizionalmente intesa. Così, il giudice internazionale preordinato a perseguire genocidi, crimini di guerra o di aggressione e crimini contro l’umanità in subordine all’eventuale inerzia degli Stati competenti, è rimasto parzialmente mutilato di alcune prerogative essenziali in termini di piena operatività. Al netto, peraltro, degli ingenti costi di gestione correlati al procedimento in esame. Ne è conseguito un atteggiamento di tendenziale sfiducia nei riguardi di un soggetto unico nel suo genere, nato tra mille aspettative.

Il volume in epigrafe muove da talune riflessioni di carattere generale sul tema, per poi focalizzare l’attenzione sulla funzione d’accusa esercitata nell’ambito della Corte de L’Aia. La trattazione evidenzia l’unicità della Corte, primo esempio di giudice internazionale istituito ante factum, a differenza dei Tribunali di Norimberga, Tokyo, Ruanda ed ex Jugoslavia, sorti notoriamente post factum. Dopo aver illustrato i caratteri strutturali e funzionali della Corte e, soprattutto, della relativa funzione d’accusa: se ne svela la peculiarità, frutto tanto della connotazione (anche) politica dell’organo, quanto dell’ibridazione dei modelli giurisdizionali di riferimento, antecedenti storico-giuridici dell’as­setto infine adottato. A tal proposito, si espone il corpus di garanzie (ovvero, indipendenza e imparzialità) previste in capo al protagonista dell’accusa, declinandone i connotati tipici. Quindi, si procede a scandagliare il sistema dei parametri occorrenti all’apertura delle indagini e all’esercizio dell’azione penale. Tra le risorse (e le complicazioni, al tempo stesso) della materia, si evidenzia l’elasticità delle espressioni lessicali adottate nella regolamentazione della Corte, consequenziale a quella logica di mediazione politico-giuridica connaturata al diritto internazionale. Ed è proprio la commistione tra moduli procedurali diversi e la sintesi fra tradizioni giuridiche e culturali assai eterogenee che rappresentano il campo d’osservazione privilegiato del processual-penalista, laboratorio di soluzioni inedite. Da ultimo, si dischiudono anche prospettive di riforma, a fronte dei limiti riscontrati nello status quo. L’opera mette in luce criticità e potenzialità della Corte, evidenziandone la natura sui generis, in cui la componente “politica” gioca un ruolo di primaria importanza. Tanto emerge anche dal novero delle prerogative del Procuratore oltre che – con ogni evidenza – dall’impianto dei controlli affidati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Meccanismi, questi ultimi, che affiancano il consueto complesso di quelli strettamente giurisdizionali, parimenti considerati nello scritto. Il testo, di certo allettante per gli specialisti, acquisisce pure una più generale attrattiva alla luce dei noti fatti di politica estera che monopolizzano i rotocalchi con cadenza quasi giornaliera. A tal fine, l’approccio graduale e deduttivo dell’esposizione agevola l’accesso progressivo a contenuti connotati da un elevato tecnicismo, con l’obiettivo di conferirvi un ordine rigoroso. C. Conti-A. Marandola (a cura di), La prova scientifica, Milano, Giuffrè Francis Lefebvre, 2023, pp. XXXI-1072 L’indiscutibile rilevanza assunta dalla scienza, in senso lato, (anche) nell’ambito del processo penale [continua..]

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