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07/03/2017
Corte edu, 7 marzo 2017, V.K. c. Russia
argomento: corti europee - azione/indagini preliminari
COMMENTO
Azione/indagini preliminari - Maltrattamenti sui minori - Completezza delle indagini. La Corte e.d.u. ha dichiarato in molte occasioni che il reato di maltrattamenti deve raggiungere un livello minimo di gravità per rientrare nell'ambito di applicazione dell'articolo 3 della Convenzione. Le accuse di maltrattamenti devono essere supportate da prove adeguate. Nel valutare le prove, la Corte ha generalmente applicato il criterio della prova "oltre ogni ragionevole dubbio". Tuttavia, tale prova può seguire dalla coesistenza di deduzioni sufficientemente forti, chiare e concordanti o da simili presunzioni non confutate: il collegamento con la disciplina nostrana sugli indizi è evidente. D'altro canto, occorre che le indagini svolte siano state "efficaci", ossia in grado di condurre alla ricostruzione dei fatti da identificare e alla punizione dei responsabili. Questo non è un obbligo di risultato, ma di mezzi. Le autorità devono aver posto in essere le procedure per acquisire le prove riguardanti il caso, tra cui, testimonianze oculari e prove forensi. Qualsiasi deficit nell'inchiesta che mina seriamente la sua capacità di stabilire la causa delle lesioni o l'identità delle persone responsabili rischierà di infrangere questo standard, e l'obbligo di tempestività e di speditezza è implicito in questo contesto. La valutazione è stata fatta considerando l'apertura di indagini, ritardi nelle dichiarazioni che prendono, la durata del tempo necessario per le ricerche e il protrarsi ingiustificato del procedimento penale. Il richiamo al principio, nostrano, di completezza investigativa è evidente.
In definitiva, è compatibile con i parametri convenzionali l'ipotesi di un processo per maltrattamenti condotto sulla scorta di indizi, purché gravi, precisi e concordanti, acquisiti ad esito di indagini complete e, quindi, secondo i dicta dei giudici europei, effettive.
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