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Rassegna bibliografica
di Marilena Colamussi
D. Curtotti - L. Saravo (a cura di), Manuale delle investigazioni sulla scena del crimine. Norme, tecniche, scienze, logica, Torino, Giappichelli, 2022, pp. 1-1152
L’edizione aggiornata del “Manuale delle investigazioni sulla scena del crimine”, a cura di Donatella Curtotti e Luigi Saravo, conferma l’ingresso della prova scientifica nel processo penale, segnando l’affrancamento da resistenze e precomprensioni di carattere ideologico che hanno a lungo ritardato l’utile “commistione” tra saperi. Eppure, sono ancora tante le questioni aperte, le soluzioni possibili, quelle sperimentate anche negli ordinamenti stranieri e spesso tradotte in linee guida, quelle che si affacceranno all’interprete strada facendo. Il corposo volume spazia a trecentosessanta gradi per offrire una panoramica completa dell’incessante evoluzione del connubio tra diritto e scienza, che dà nuova linfa alla ricerca della verità processuale.
segue
Il metodo scientifico, che è chiave ricostruttiva del fatto di reato, della scena del crimine, dell’individuazione dell’autore, ha, innegabilmente, subito un’evoluzione tanto rapida nel tempo, quanto efficace sul piano dei risultati, misurati sempre in termini probabilistici, senza perciò escludere un incomprimibile margine di “errore” (sempre più contenuto). L’ingresso nel processo penale è (stato) fecondo; eppure, la prova scientifica ha qui implicazioni peculiari, se non altro perché entra in gioco il valore inviolabile della libertà personale, che impone di avvalersi di tutti gli strumenti tecnico-scientifici in modo coerente con i presidi assiologici della giustizia penale.
Fatto sta che l’armamentario investigativo si articola in mezzi a tutt’oggi atipici, in quanto non disciplinati dalla legge, per gli effetti sottoposti al vaglio del giudice, chiamato ad avvalersene, per decidere sulla responsabilità penale del soggetto, secondo la direttrice dell’“oltre ogni ragionevole dubbio”. Nelle parole (anche) della Suprema Corte, il giudice diventa “guardiano” della prova scientifica, mediante l’adozione dei criteri di valutazione di detta prova, che sono (stati) elaborati dalla giurisprudenza con vigile attenzione all’esperienza concreta, eppure nell’ottica di quella supplenza giurisdizionale mai auspicabile (anche per i pericoli legati a taluni pendolarismi).
Permangono imbarazzanti lacune normative con riferimento ai protagonisti delle indagini preliminari e di quelle difensive, privi degli strumenti e delle competenze tecniche utili alla ricerca e all’individuazione delle fonti di prova scientifica; gli interventi giurisprudenziali non sono riusciti del tutto a porvi rimedio.
L’aspetto più preoccupante, che emerge sin dalle note introduttive di questo volume, è attualmente legato alle investigazioni sulla scena del crimine, vale a dire alle attività e ai risultati scientifici prodotti in sede di sopralluogo giudiziario; qui rischia di prender vita una sorta di “minaccia” al sistema probatorio e soprattutto alle garanzie difensive; in concreto, [continua ..]