corte di cassazione - sezioni semplici - atti del procedimento
Cass., sez. V, 16 gennaio 2018, n. 1822
Documenti – dati informatici – attività acquisitiva - corrispondenza – intercettazioni telefoniche
I dati informatici acquisiti dalla memoria del telefono in uso all’indagata (sms, messaggi whatsApp, messaggi di posta elettronica “scaricati” e/o conservati nella memoria dell’apparecchio cellulare) hanno natura di documenti ai sensi dell’art. 234 c.p.p. e la relativa attività acquisitiva non soggiace né alle regole stabilite per la corrispondenza, né tantomeno alla disciplina delle intercettazioni telefoniche.
Cass., sez. II, 20 dicembre 2017, n. 56942
Archiviazione – particolare tenuità del fatto – opposizione dell’indagato - nullità
É nullo il decreto con il quale il g.i.p., pur in presenza di opposizione dell’indagato, dispone de plano, omettendo l’esame dei motivi di opposizione, l’archiviazione per particolare tenuità del fatto.
Cass., sez. II, 21 settembre 2017, n. 43433
Inutilizzabilità – accertamento identità indagato – DNA
Non è inutilizzabile, in mancanza della violazione di un divieto di legge, l’accertamento sull’identità dell’indagato compiuto mediante ricorso ai dati relativi al DNA contenuti in un archivio informatico che si trovi presso la Polizia giudiziaria, anche in violazione delle cautele previste dal codice sulla “privacy”.
Cass., sez. II, 18 settembre 2017, n. 42563
Imputazione – nullità – abnormità – restituzione degli atti al P.M.
Non è abnorme il provvedimento con cui il giudice del dibattimento dichiara la nullità del decreto di citazione a giudizio per indeterminatezza del contenuto descrittivo dell’imputazione e dispone la restituzione degli atti al pubblico ministero, poiché in tal caso non si determina alcuna stasi del procedimento.
Cass., sez. VI, 25 agosto 2017, n. 39442
Abnormità – atti del P.M. – competenza per territorio – trasmissione degli atti al P.M.
Non è abnorme l’atto del P.M., al quale siano trasmessi gli atti dal G.U.P. dichiaratosi territorialmente incompetente, di ritrasmissione degli atti al P.M. per il quale era stata pronunciata sentenza di incompetenza per territorio, in quanto, pur essendo stata aggirata la detta sentenza d’incompetenza, non si è verificata in concreto alcuna invasione della sfera giurisdizionale. Invero un atto del P.M. è abnorme, e dunque ricorribile per cassazione, quando lo stesso invada la sfera di competenza propria del giudice e il contenuto dell’atto abbia una portata immediatamente decisoria e incidente sulla posizione soggettiva delle parti processuali.
Cass., sez. IV, 5 aprile 2017, n. 17192
Riparazione per ingiusta detenzione – sentenza irrevocabile di condanna – sospensione condizionale della pena
Il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, ex art. 314 c.p.p., va riconosciuto, non solo nel caso in cui il provvedimento cautelare sia stato emesso o mantenuto in assenza delle condizioni di applicabilità di cui agli artt. 273 e 280 c.p.p., ma anche nelle ipotesi in cui il procedimento nel quale la misura viene applicata si concluda con una sentenza irrevocabile di condanna a pena sospesa- con conseguente operatività dell’art. 300, comma 3, c.p.p. - senza che a ciò consegua la non esecutività delle statuizioni cautelari precedentemente adottate.
Cass., sez. III, 3 aprile 2017, n. 16551
Richiesta di archiviazione – opposizione – investigazione suppletiva – infondatezza – contraddittorio – violazione – illegittimità
É illegittimo il provvedimento con il quale il g.i.p. dichiara inammissibile l’opposizione alla richiesta di archiviazione ritenendo superflua l’investigazione suppletiva richiesta dalla persona offesa, in considerazione della infondatezza della notizia di reato; in tal modo, infatti, si nega il contraddittorio alla persona offesa anticipando le valutazioni di merito sulla richiesta del p.m.
Cass., Sez. II, 3 gennaio 2017, n. 214
Termini per appellare – malattia invalidante del difensore in prossimità della scadenza – rimessione nei termini – esclusione
In tema di restituzione nel termine, l'impedimento assoluto del difensore è invocabile quale causa di forza maggiore ai sensi dell'art. 175 c.p.p., laddove esso abbia inciso sulla presentazione dell'impugnazione di una sentenza, in quanto la complessità e la delicatezza delle scelte che l'imputato deve compiere in ordine alla determinazione e all'illustrazione dei motivi d'impugnazione e la gravità delle conseguenze che l'ordinamento fa discendere da motivi incompleti o mal formulati esigono che sia garantita l'effettività della difesa tecnica per la tempestiva presentazione di un'impugnazione correttamente formulata e argomentata.
Si rileva pertinente l'osservazione secondo cui l'evento invalidante, perchè verificatosi due giorni prima della scadenza del termine di quarantacinque giorni, non costituisce causa di forza maggiore. Se non è dimostrato che la predisposizione dell'appello abbia richiesto un particolare impegno sì da necessitare dell'intero periodo per una sua compiuta articolazione, la scelta di utilizzare proprio gli ultimi due giorni per redigere l'impugnazione si presenta obiettivamente rischiosa, posto che qualsiasi contrattempo di una certa gravità potrebbe vanificare il proposito difensivo.
Cass., sez. IV, 21 aprile 2016, n. 16622
Atti - Notificazioni all’imputato che muta domicilio senza comunicarne altri – recapito al difensore tramite posta elettronica certificata – legittimità
In presenza delle altre condizioni di legge deve considerarsi valida la notificazione tramite p.e.c. da cui può evincersi con certezza la ricezione dell’atto da parte del destinatario, laddove la disciplina consenta la notificazione all’imputato tramite consegna al difensore.
Cass., Sez. II, 6 aprile 2016, n. 13697
Atti processuali – traduzione della sentenza per l’imputato alloglotto – omissione – effetti – sospensione dei termini per impugnare – sussistenza
L’omessa traduzione della sentenza nella lingua conosciuta dall’imputato alloglotta avente diritto alla traduzione della stessa, dovendosi equiparare alla mancata effettiva conoscenza contemplata dall’art. 175 comma 2 c.p.p., impedisce il passaggio in giudicato della pronuncia in quanto ha l’effetto di sospendere i termini di impugnazione da parte dell’imputato fintanto che questi non abbia avuto conoscenza dell’atto in una lingua a lui accessibile.